Ftalati e Bisfenolo A: dove si trovano?
Gli ftalati ed il bisfenolo A sono plastificanti classificati come sostanze chimiche in grado di perturbare il sistema endocrino, utilizzati dall’industria per aumentare la plasticità o la viscosità di un materiale.
Questi vengono comunemente utilizzati nell’ imballaggio degli alimenti (ad es. contenitori di plastica per alimenti e bevande, pellicole per alimenti); l’abrasione della plastica, così come i cambiamenti di temperatura e di pH, consentono ai plastificanti di migrare nell’alimento; pertanto, il cibo può contenere livelli rilevabili di questi composti.
Ricerche scientifiche condotte negli ultimi tre anni, dimostrano che tali sostanze sono in grado di indurre modifiche epigenetiche nel feto, con conseguenze rilevanti nel suo sviluppo. L’esposizione durante il periodo fetale rappresenta la maggiore preoccupazione.
Sia gli ftalati che il bisfenolo A, possono indurre un effetto tossico a livello ovarico e della placenta. L’esposizione durane il periodo fetale può portare ad un parto pretermine, a restrizione della crescita fetale ed in casi estremi anche alcune neoplasie nel futuro adulto.
Anche l’esposizione durante il periodo adulto è considerata dannosa. Questa infatti può causare anomalie nella normale funzionalità del sistema endocrino, interferendo con la sintesi ed il trasporto di molti ormoni.
Esistono dei comportamenti consapevoli da adottare al fine di minimizzare l’esposizione agli ftalati ed al bisfenolo A: cercate di non utilizzare contenitori in plastica per alimenti e bevande “monouso”; aspettate che i liquidi caldi si raffreddino prima di versali in contenitori di plastica; lavate molto bene frutta e verdura in scatole e cercate di prediligere il consumo di frutta e verdura di stagione.
Al fine di contrastare l’effetto tossico di questi plastificanti, è molto importante effettuare un’attività fisica regolare e consumare un quantitativo adeguato di fibra.
Dott.ssa Gemma Moscioni, Biologa Nutrizionista Viterbo.