Lo sviluppo del gusto: abbiamo gusti diversi già alla nascita!

Il neonato come l’adulto è capace di percepire e discriminare le diverse qualità gustative.

Le papille gustative si formano già nel periodo embrionale (all’inizio del terzo trimestre); il feto è quindi in grado di percepire il sapore del liquido amniotico che contiene molti nutrienti come il glucosio.

Si è visto che il feto regola la deglutizione del liquido amniotico aumentandola o diminuendola in base al sapore dolce o amaro dello stesso. Tutto il sistema gustativo è funzionalmente maturo alla fine della gestazione. 

Cosa succede poco dopo la nascita?

Poco dopo la nascita i neonati mostrano progressivamente caratteristiche preferenze gustative. In particolare, i neonati manifestano una preferenza per il gusto dolce, rispetto ai gusti amaro, acido e salato.

Per quanto riguarda invece lo svezzamento, questo è il momento in cui il neonato entra in contatto ed impara a conoscere i diversi gusti dei cibi. Inoltre, con lo svezzamento il neonato passa da un’alimentazione chiaramente dolce (il latte) ad una più varia e meno dolce.

Le esperienze gustative del neonato durate lo svezzamento sono in grado di influenzare e determinare le sue scelte alimentari da adulto.

Regolazione genetica del gusto

Le variazioni genetiche responsabili delle differenze nella capacità di percepire i gusti, possono condizionare il comportamento alimentare del neonato durante lo svezzamento.

Sono state individuate due comuni varianti genetiche del recettore TAS2R38 (recettore dell’amaro), indicate come “PAV” ed “AVI”. Gli individui portatori della variante PAV, in omo- o eterozigosi, hanno diversa sensibilità all’amaro rispetto agli individui omozigoti per la variante AVI.

I bambini con maggiore sensibilità all’amaro hanno anche una maggiore sensibilità al gusto dolce, scegliendo più spesso bevande zuccherate rispetto a latte a acqua.

Le esperienze stabilite nei primi anni di vita sono mantenute fino all’età adulta

Non vi è più dubbio che le esperienze gustative sviluppate dal bambino, dallo svezzamento in poi, tendono a condizionare le scelte alimentari nella vita da adulto.

Per questo motivo le mamme devono offrire alimenti variati e salutari al bambino, fin dall’epoca dello svezzamento.

Il gusto, e le scelte alimentari, sono infatti indotte da:

  • Il patrimonio genetico, con il profilo funzionale dei recettori dei gusti principali.
  • Le esperienze alimentari della madre durante la gravidanza: le molecole dei composti che hanno sapori degli alimenti ingeriti dalla mamma gravida passano il filtro placentare, giungono nel liquido amniotico e vengono “mangiate” dal feto, che ne fa così conoscenza. Perfino il sapore dell’aglio, se lo mangia la mamma gravida, diviene più accetto al neonato.
  • La percezione dei sapori generati dall’alimentazione materna durante l’allattamento: i bambini allattati al seno hanno infatti un’infinità di esperienze gustative “umane”, mentre quelli allattati con latte artificiale hanno esperienze gustative meno compatibili con il patrimonio genico del neonato.
  • L’esperienza gustativa degli alimenti offerti durante lo svezzamento.

 

Fonti: Beauchamp GK, Mennella JA. Flavor perception in human infants: development and functional significance. Digestion 83 Suppl 1:1-6 2011. 

 

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